Sono nata a Palermo 58 anni fa. Avrei voluto studiare psicologia a Messina, ma il “no” paterno mi spinse ad altro e la prima psicoterapia di gruppo la frequentai che avevo appena 23anni per cercare di sanare proprio l’originario conflitto con il maschile.
La laurea in economia e commercio, dopo l’esperienza presso l’IBM ITALIA, mi portò a insegnare per dieci anni matematica applicata e diritto, ad occuparmi di affari generali per aziende del settore dell’abbigliamento, coltivando nel contempo una spiccata manualità e la creatività che è certamente stata una chiave di volta del mio percorso verso il riconoscimento di me stessa, passato anche dal brevetto di un particolare “anello componibile ad elementi intercambiabili”.
Appassionata allo studio delle materie più diverse, dalla astrologia alla omeopatia, dai fiori di Bach all’altra medicina, grazie anche all’incontro con le costellazioni familiari e P. Puican, incontrai la Metamedicina nel 2011, dopo l’ennesima severa depressione e in un periodo in cui ero ormai provata per via di un eczema ventennale che pareva inguaribile.
Al termine del seminario Metamedicina1 chiesi istintivamente che “si accendesse la luce che portavo nel nome per rischiarare il mio cammino, ma anche quello di Chi si sarebbe accostato”.
Dopo circa due anni su inaspettato invito della Dottoressa Rainville iniziai a operare per la relazione d’aiuto.
Così è a partire da quello che ho via via sperimentato, attraversato, compreso e trasformato inizialmente grazie alle chiavi della Metamedicina e poi via via attraversando esperienze diverse e mettendo a frutto le competenze acquisite in un percorso di introspezione e studio - per il quale ho anche qualche difficoltà a ricordare tutti i seminari frequentati, le attività e gli incontri sperimentati - finché oggi porto la gioia di condividere Chi sono, al servizio dell’Altro, con l’intento di favorire la scoperta, la conoscenza di ciò che di profondo e disfunzionale incide nelle dinamiche della sua vita in seguito alle possibili interpretazioni sfavorevoli degli eventi, ai ricordi familiari e alle credenze transgenerazionali, e di domanda in domanda indurre con amorevole dolcezza nella persone la possibile trasformazione delle emozioni correlate e dei sentimenti irrisolti, verso un ritrovato benessere, posto che il sintomo manifesta come una parte incompresa abbia smarrito la strada e ci chieda di darle attenzione per ritrovarla.
Abbracciando la piena responsabilità della vita, accogliendo noi stessi completamente, soprattutto nelle parti dolorosamente sofferenti, ecco che la direzione si fa più chiara.
L’approccio della Metamedicina mi fu subito congeniale e così, implementandolo delle esperienze di studio e crescita, delle intuizioni personali, il “problema” della “esagerata sensibilità” che per tutta la vita mi era stata fatta notare con senza sofferenza da parte mia, ha trovato il modo di divenire soluzione, sviluppandosi sempre più sottilmente.
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